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SociAbility


@ Serena Sensini | Giovedì 9 Marzo 2023 | 4 minuti

Per chi comunica (anche) attraverso i social, è fondamentale capirne le regole non scritte, e imparare a governarli.

Ranking

Anno2022
AutoreFrancesco Oggiano
GenereSaggio
LivelloPer tutti
Scorrevolezza10 / 10
Originalità10 / 10
Valutazione10 / 10

Recensione

Il sottotitolo introduce alla perfezione in meno di 15 parole tutti gli aspetti che questo libro tratta: un’analisi attenta dei social, con dei casi di studio che sono stati in prima pagina sulle principali testate, che vengono documentati e spiegati con dati e fatti, per analizzarne il contenuto, e non il titolo “clamoroso”…

Sì, perché la parola che più rimane di questo libro è fattuale: molto di quello che leggiamo tramite i social, che sono ormai i portavoce delle principali notizie dal mondo, quasi mai è corredato di fatti che servano a verificare la veridicità delle notizie.

Articoli dai titoli che strillano, con descrizioni che sollecitano gli animi e che servono ad attirare l’attenzione nel peggiore dei modi: sfruttando l’indignazione, e provocando rabbia in chi legge che, offuscato da questi sentimenti che non portano da nessuna parte: sì, perché questa furia fa sì che l’istinto primordiale di raccontare a qualcuno che sul giornale si parla di una riforma sul pane che costerà quanto 10 croissant (per riprendere una presunta citazione di sua maestà Maria Antonietta), non porta il cervello a elaborare l’idea che quell’articolo sia un clickbait, e anche costruito su basi poco solide.

Ma partiamo dall’inizio: conosciamo tutti il termine fake news, che negli ultimi anni ci ha permesso di dare un nome a tutti quegli articoli che servono solo ad attirare l’attenzione con notizie verosimili, ma false. La realtà dei fatti è che la maggior parte delle notizie contengono dei fake data, e che spesso chi fa giornalismo è costretto a pubblicare una notizia nel giro di ore (non giorni, ma ore), senza verificare i fatti: più che informazione, è diventata una corsa al click, dove invece dei cavalli, ci sono i leoni da tastiera, che con i loro click e commenti indignati aspettano di poter arrivare primi alle notizie più sconvolgenti.

Insieme alle fake news, abbiamo visto anche l’arrivo delle fuck news: quelle notizie che, di per sé sono già delle fake news (perlopiù), e che portano le persone che leggono all’apice dell’indignazione: chi scrive e pubblica questo tipo di notizie ha espressamente deciso di rinunciare al proprio ruolo di informatore del pubblico a vantaggio di qualche click in più, per non scontentare il pubblico che legge. Magari cavalcano l’onda di qualche movimento che già ha sollevato un bel polverone, per poter fare leva su fatti che sono già conosciuti, e condirli con un po’ di frustrazione che è già lì che cova.

L’autore esprime tramite questo libro non solo la giostra con cui la maggior parte dei giornali gioca oggi, ma soprattutto dedica molta attenzione a una serie di fatti che hanno popolato i nostri social, corredati di video, e che spesso ci siamo persi nell’analizzare a fondo. Una lezione che ci si porta a casa è sicuramente che “se hai una fonte, è lei ti controlla; se ne hai dieci, se tu al comando”: qualunque notizia si legga in giro merita un’analisi in più, anche una banale ricerca online per vedere quanti espongono quel fatto e quanto la notizia differisca dalle altre riportate.

L’altro aspetto fondamentale è che sentirsi offeso/a non significa aver ragione: essere aperti al confronto è fondamentale per commentare fatti, raccontare e raccontarsi. Cambiare idea su un qualsiasi argomento non è necessariamente un male, ma è piuttosto segno di estrema intelligenza, soprattutto per quelle persone che, di natura, si sono sempre considerate delle persone imperfette, e che hanno consumato ogni briciolo di forza per cambiare il mondo.

Lezione imparata

  • Consultare almeno 3 fonti prima di gridare “al lupo”
  • Coltiva il dubbio, soprattutto quando non ce l’hai, e quando il tuo istinto ti porta anche a una sola domanda sulla veridicità di ciò che leggi
  • L’attivismo sui social non ha niente a che fare con l’attivismo sociale, ambientale e politico; è necessario uscire da quella che ormai è una piazza dove vincono gli “strilloni”
  • l’origine del capro espiatorio e questa abitudine a volersi ripulire la coscienza con la coscienza degli altri

Quotes

I creator sono storyteller e imprenditori che si sono fatti da soli. […] I soliti appelli democratici per “salvare il vero giornalismo” iniziano a puzzare di paura e autoconservazione, visto che, […], “ci rifiutiamo di guardare la democratizzazione del mestiere avvenuta con la rete. E con i social”

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