Voglio diventare una... Sustainability Manager

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  • 2022-10-25 - 7 minuti
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Le parole “ecologia” e “sostenibilità” sono parole molto usate negli ultimi anni e, giustamente, soprattutto a causa dell’accelerazione della crisi climatica globale. Aziende come Mia-Platform riconoscono la necessità urgente di agire sul cambiamento climatico e lo fanno grazie al lavoro di Sustainability Manager, ricoperto da Chiara Muzzolon.

In che modo può un’azienda del settore IT impegnarsi per essere più “sostenibile” e, soprattutto, cosa vuol dire “essere sostenibili”?

Descriviti in 100 parole

Sono appassionata di comunicazione e credo fortemente nella potenza delle parole.

Mi affascina come una semplice scelta di termini possa cambiare l’esito di una conversazione. Da sempre cerco di trovare un senso più alto nel mio lavoro, e credo di averlo trovato in due modi: il primo, occupandomi della comunicazione interna e del community engagement, con l’obiettivo - complesso da raggiungere - di semplificare l’esperienza in azienda delle persone ; il secondo, integrando la sostenibilità nel mio lavoro, impegnandomi affinché sostenibilità e corporate social responsibility diventino parte integrante delle iniziative verso i dipendenti e verso l’ecosistema nel quale siamo inseriti e sul quale abbiamo inevitabilmente un impatto.

In cosa consiste il ruolo di Sustainability Manager?

Il ruolo di Sustainability Manager è un ruolo che prevede tantissima collaborazione con diverse aree aziendali. Nel mio caso faccio parte del team di comunicazione di Mia-Platform, ma collaboro costantemente con il management, con il team di People&Culture, con l’Office Team, con Amministrazione e molte altre figure.

Mi occupo principalmente della gestione di progetti di Corporate Social Responsibility, e cioè i progetti che l’azienda decide di portare avanti per migliorare il proprio impatto nel contesto in cui è inserita.

Negli anni abbiamo, ad esempio, adottato un alveare con 3Bee, piantato alberi con Rete Clima, supportato il FAI regalando una tessera a ciascun dipendente.

Ognuna di queste iniziative ha previsto il coinvolgimento dei dipendenti e in ciascun caso ho avuto la possibilità di seguire la scelta dell’attività, dell’ingaggio del fornitore e del coinvolgimento delle persone, sempre in collaborazione con le altre aree aziendali coinvolte.

La sostenibilità passa anche dalla scelta dei fornitori per i nostri gadget (che portiamo agli eventi e diamo ai dipendenti). Zaini, t-shirt, borracce, seguono tutte una filiera il più possibile rispettosa dell’ambiente e del lavoro delle persone.

Il ruolo di Sustainability Manager poi è utile anche per rendere più sostenibili processi aziendali che potrebbero essere molto impattanti: nel nostro caso, ad esempio, abbiamo deciso di donare i PC che non rispettavano più i criteri alti richiesti dal nostro lavoro (principalmente di sviluppo), ma che erano comunque ancora funzionanti per un uso comune, ad associazioni che si sono occupate della loro rigenerazione e donazione a famiglie, scuole, associazioni che ne avessero bisogno.

Il mio ruolo ha poi il compito di portare idee e proposte e di gestire eventuali progetti di certificazioni o altri adempimenti amministrativi legati alla sostenibilità.

Questi sono solo alcuni esempi. Per un’azienda come Mia-Platform, che è di medie dimensioni (circa 150 dipendenti), non esistono ancora, ad oggi, degli obblighi di legge legati alla sostenibilità, che invece esistono per le grandi aziende (più di 500 dipendenti).

Tutte le iniziative che portiamo avanti sono quindi totalmente volontarie e sono frutto di una sensibilità interna e di un confronto continuo. Questo significa che le attività di chi si occupa di sostenibilità possono variare tantissimo da settore a settore e in base alla dimensione aziendale.

Qual è la soft skill più importante che deve possedere una Sustainability Manager?

Credo che sia un mestiere che possa essere svolto da persone con background molto diversi.

Ciascun background - di comunicazione, di giurisprudenza, di management, di ingegneria - può dare un altissimo contributo allo sviluppo di strategie di sostenibilità.

Bisogna essere molto aperti e curiosi, bisogna saper selezionare bene le informazioni perché viviamo un particolare momento dove “sostenibilità” è un termine molto usato. Bisogna quindi essere da un lato entusiasti e appassionati, ma anche molto critici perché è ancora molto difficile distinguere ciò che è realmente sostenibile da ciò che è greenwashing.

La maggior parte di noi utilizza i social per parlare dei propri successi, ma la realtà è che siamo quel che siamo grazie al 90% dei nostri errori. Racconta il tuo più grande fallimento da quando lavori nel settore, che però ti ha reso ciò che sei.

Tornando al discorso di prima, a volte è difficile non farsi prendere dall’entusiasmo. Mi è certamente capitato di perdere del tempo appassionandomi a una specifica idea o certificazione da raggiungere, perdendo di vista gli aspetti fondamentali: era davvero utile per la sostenibilità?

Era il momento giusto per Mia-Platform sostenere quel processo? Siamo certi che sul lungo periodo porterà benefici? Quali sono i passi da fare prima di questo?

Ho imparato così che non tutti i percorsi vanno bene per tutte le aziende e ho iniziato a farmi molte domande in più prima di intraprendere un percorso o proporre un progetto che avrebbe portato via tempo e budget, anche per essere pronta a rispondere a eventuali dubbi di colleghe e colleghi che, presi dall’entusiasmo come me, vorrebbero vedere anche Mia- Platform in determinati contesti o con determinate certificazioni che però potrebbero aver bisogno di più temo per essere raggiunte.

Come fare per diventare una Sustainability Manager?

La formazione relativa alla sostenibilità esiste da relativamente poco (anche se non pochissimo).

Sono convinta che lo studio possa essere una buona strada per iniziare ad avere un’infarinatura sui concetti principali, ad ampio raggio. Il mio suggerimento è quello di trovare un percorso di studi (che sia un corso breve, un master o una laurea) che permetta di avere una visione di insieme utile da applicare poi nel proprio contesto.

Per me è stato utilissimo il Master in Sostenibilità, Diritto e Management che ho frequentato nel 2019/2020 all’Università Bicocca di Milano. Questo tipo di scelta è adatta a chi ha un background come il mio oppure legato a studi di giurisprudenza o economia.

Ci sono poi percorsi di studi e professionali più specifici: ci sono CFO che si occupano di sostenibilità, così come figure ingegneristiche, amministrative o legali.

La sostenibilità passa attraverso normative in continua evoluzione che bisogna saper maneggiare e comprendere. Come dicevo, poi, è un ruolo che per natura deve collaborare con tutte le aree aziendali, perciò potenzialmente può essere inserito in molti team diversi.

Parlando di successi, qual è il tuo prossimo obiettivo? Quale ruolo vorresti ricoprire entro i prossimi 3 anni?

Ho conseguito il master sulla sostenibilità nel 2020 e oggi ricopro questo ruolo. Per me questo è stato un grande successo e, più che ricoprire un altro ruolo, spero di occuparmi sempre più di questi temi e di saper aiutare sempre di più Mia-Platform a strutturare la propria strategia di sostenibilità in modo che sia davvero applicata a tutti gli aspetti dell’azienda: l’impatto dei dipendenti, così come l’impatto delle tecnologie e dello sviluppo del prodotto.

Conosci il tema gender gap in ambito STEM? Se sì, come fare per superarlo?

Intanto sono felice di leggere questa domanda, perché la sostenibilità passa anche attraverso temi come la diversity e la riduzione del gender gap e questo spesso non è scontato. Lavoro in un’azienda tech, dove il ruolo principale è quello di developer, perciò vedo da vicino la tematica del gender gap in ambito STEM.

Ho visto delle bellissime iniziative di avvicinamento alle tematiche STEM nelle scuole medie/superiori. È da lì che si inizia a generare il gap, che quindi aumenta nelle università e conseguentemente nei luoghi di lavoro.

Credo che queste iniziative possano avere, sul lungo periodo, ottimi risultati che spero si rispecchieranno anche delle aziende.

Ho avuto modo di conoscere associazioni che se ne occupano, e in Mia-Platform ne stiamo parlando come possibili iniziative da sostenere nell’ambito delle nostre attività di Corporate Social Responsibility. Nel frattempo internamente ci impegniamo affinché la parità sia alla base del nostro lavoro: il nostro Manifesto di valori ha un punto che recita “ripudiamo ogni forma di discriminazione” e credo che ogni ruolo aziendale debba impegnarsi affinché questo punto venga sempre rispettato.

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